Disturbi alimentari
I disturbi dell’alimentazione sono patologie caratterizzate da un’alterazione delle abitudini alimentari e da un’eccessiva preoccupazione per il peso e la forma del corpo. L’età prevalente dell’insorgenza è l’adolescenza, ma possono manifestarsi in qualsiasi età. Solitamente iniziano con un problema verso il cibo, per poi estendersi a un disagio nei confronti del proprio corpo e, nei casi più gravi, in una vera e propria distorsione dell’immagine corporea.
Le cause sono di diversa natura, tuttavia alcuni disturbi dell’alimentazione possono emergere dopo traumi o in dinamiche familiare conflittuali. I disturbi dell’alimentazione sono fenomeni psicologici complessi che, se non presi per tempo, hanno un’alta probabilità di aggravarsi.
Il termine anoressia, dal greco “anorexia”, significa mancanza di appetito: il vissuto principale, però, non è tanto il fatto di non sentire la fame, ma la paura di ingrassare. Le restrizioni di cibo portano a una diminuzione del peso corporeo significativamente basso in relazione all’età, al sesso, alla traiettoria di sviluppo e salute fisica. L’individuo che soffre di anoressia conta le calorie assunte nell’arco della giornata, mettendo in atto dei rituali per tenere sotto controllo il peso: sminuzzare il cibo, accumularlo o nasconderlo, oppure mangiare solo determinati alimenti cucinati in un modo particolare. Anche la bassa autostima è strettamente legata al peso e alla forma del corpo, accompagnata spesso da depressione, perfezionismo, difficoltà interpersonali e paura di crescere. Il corpo diventa veicolo di manifestazione di sofferenza e l’accesso all’aspetto emotivo della persona è sostituito dalle preoccupazioni alimentari.
Ci sono diversi tipi di anoressia, quella con restrizione dove la perdita di peso è ottenuta attraverso la dieta, il digiuno e/o l’attività fisica eccessiva. L’altra forma è con abbuffate, in cui l’individuo negli ultimi tre mesi ha presentato ricorrenti episodi di abbuffate o condotte di eliminazione (per es. vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi). In alcuni casi la diminuzione significativa del peso può causare irregolarità del ciclo o amenorrea.
La bulimia si caratterizza per la presenza di ricorrenti episodi di abbuffata, dove per abbuffata si intende mangiare una quantità di cibo significativamente maggiore di quella che la maggior parte delle persone assumerebbe nello stesso arco temporale (per es. due ore), malgrado la sensazione di sazietà. Vi è inoltre la percezione di perdere il controllo di cosa e quanto si sta mangiando. L’individuo che soffre di bulimia mette in atto ricorrenti condotte compensatorie
per prevenire l’aumento di peso, come vomito autoindotto, abuso di lassativi o diuretici, digiuno, eccessiva attività fisica. Nella bulimia possono esserci complicanze mediche quali alterazioni elettrolitiche, renali, aritmie, sintomi gastrointestinali importanti, irregolarità del ciclo o amenorrea. A differenza delle persone che soffrono di anoressia, le persone bulimiche non presentano in apparenza i segni del loro disagio e conducono di facciata una vita normale, seppure di grande sofferenza a causa degli enormi sensi di colpa e della vergogna che sviluppano per la perdita di controllo che si verifica nel corso delle abbuffate.